Coppa America al via: torna Luna Rossa, contro il tabù di sempre. “Ma non è più vela, è un enorme videogame”


Questione di coppe e del rispettivo appeal che trasferiscono. Ci spieghiamo meglio: è difficile che la Vecchia Brocca abbia più estimatori o sia più celebre della Champions dalle grandi orecchie. Proporzione simile, negli store deputati, confrontando una t-shirt di Luna Rossa, anche magari di Jimmy Spithill, con una maglia di Erling Haaland del Manchester City. Eppure è chiaro che il business, abbinato al fermento, in Catalogna per una nuova edizione, la numero 37, della Coppa America che sta partendo è piuttosto interessante. Le previsioni prodotte dall’Universitat Pompeu Fabra dicono che durante i sessanta giorni di regate saranno 2 milioni e mezzo le persone che visiteranno Barcellona generando un impatto economico di 1 miliardo e 115 milioni di euro. Un giro d’affari di natura diversa rispetto al tanto adulato football perché circoscritto soprattutto al periodo tra i round robin per la Louis Vuitton Cup – da giovedì fino all’8 settembre nelle acque di Barcellona – e poi crescente verso la finalissima (12-27 ottobre) contro il detentore New Zealand.

Creiamo pure la definizione di “merchandising provvisorio” per quella che comunque resta la competizione sportiva più datata – la prima edizione si svolse nel 1851. Davide Tizzano tra remi e verricelli se l’è cavata egregiamente. Tra i Giochi di Seul nel 1988 e quelli di Atlanta nel 1996 ha vinto due ori olimpici nel canottaggio; nel 1992 invece col Moro di Venezia di Raul Gardini era il grinder di punta, arrivato a contendere col team italiano dell’epoca il trofeo in questione poi conquistato da America. Oggi è il presidente della Confederazione Internazionale dei Giochi del Mediterraneo – la prossima edizione sarà a Taranto nel 2026 – ed è particolarmente attento alle vicende di Luna Rossa. Romano Battistini e Bruno Rosetti, due canottieri appunto, sono cresciuti con lui e rientrano nell’equipaggio della barca italiana. “E’ vero l’appeal di questa competizione cresce soprattutto tra i giovani – ha detto Tizzano -; il foil credo sia l’elemento discriminante che ormai figura in tutte le classi olimpiche. Ritengo che la Coppa America trascini il movimento, lo implementi, ma facciamoci qualche domanda, a questo punto legittima, sul know how che ci deve essere a bordo. È chiaro che cambiano i tempi ma 20-30 anni fa erano i marinai a comporre un equipaggio oggi ci sono dei piloti che di rado mettono la testolina fuori la barca. Insomma dove stiamo andando? Magari nel 2030 si regaterà con i timonieri che lavorano da remoto?”.


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Catamarani rapidissimi se si viaggia con tanti nodi, dove tutto è più facile, ma nel momento dei “buchi” d’aria come la mettiamo? “I grandi velisti del passato, come può essere un Paul Cayard che ha vinto più volte questo trofeo, avrebbero delle difficoltà a navigare con questo eccesso di software. C’è poco di marinaresco, io vedo in onda solo un enorme videogame. Non è la vela, è un’altra cosa. Mancano operazioni “artigianali” come può essere l’issata del gennaker. Tutto molto meno suggestivo. Divertenti sono solo le partenze, i conflitti per i primi 3’ poi se una barca prende il largo è finita”. Eppure c’è un dato di fatto incontestabile. Una barca italiana non ha mai vinto la Coppa America in oltre 150 anni di storia. Come spiegarselo? “Patrizio Bertelli è un signor armatore che sa il fatto suo ed è alla sesta campagna con Luna Rossa. Oggi è evidente che questo ricorso esasperato alla tecnologia tenda a tutelare il detentore, il “defender”. E poi teniamo presente che i regolamenti sono stati per la maggior parte scritti da inglesi e americani. Un bel vantaggio anche anche per i neozelandesi che hanno quella scuola. Con la loro barca e le missioni assegnate consentono di aumentare il Pil nazionale di 3 punti e ricevono finanziamenti dallo stato per ogni missione di questo genere”.

Luna Rossa ha comunque dato buoni segnali in questa prima settimana di riscaldamento. Nei diversi match race l’ha spuntata spesso. Magari sarà la volta buona… “Non lo escluderei; Luna Rossa ha più di qualche chances di successo – ha proseguito Tizzano -; anzitutto non si regata ad Hauraki ma nel Mediterraneo dove i kiwi non sono pratici. Certo bisogna limitare gli errori anche banali come il beccheggio. La sensazione che ho è che si giocherà quasi al “massacro”: abbiamo visto le manovre pericolose con le prue vicine a voler intimorire il concorrente. Un messaggio spavaldo come a voler dire “Non ti temo”. Si punta a buttare fuori l’avversario e questa è un’idea che tende a divertire lo spettatore. A ogni modo gli italiani hanno più qualità di Alinghi. Anche Orient Express è sotto. American Magic potrebbe funzionare bene”. Strambate, virate con un occhio sempre ai bounds che limitano il campo di regata ma il guizzo, l’arma vincente quale sarà: “Imbroccare la dimensione del fiocco. I due range sono quelli tra i 10 ed i 14 nodi e tra i 12 ed i 16: chi sceglierà bene sarà a buon punto!”.

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